Design Thinking Workshop

La lingua dell’Innovazione: Il Design Thinking

Categoria:

Workshop sul Design Thinking applicato all’Idea generation,organizzato per YouthHub e Vulcanic. Catania 2017


Il Design Thinking nasce verso la fine del secolo scorso, negli stati uniti, e rappresenta l’evoluzione dei processi di Problem Solving (la funzione cognitiva più importante dell’essere umano. Quella capacità di risolvere situazioni nuove, studio del problema e ricerca della strategia più efficace per raggiungere l’obiettivo finale.).
È considerata una delle skills del futuro.

Le tecniche di problem solving che sono state messe in pratica nel corso degli anni sono:

  • Brainstorming Alex F. Osborn
    the father of Brainstorming
  • Mappe mentali, Tony Buzan , autore inglese e consulente educativo
    the creator of Mind Map
  • Pensiero laterale, Edward De Bono, psicologo cognitivista
    the creator of Lateral Thinking

Possiamo dire quindi che il Design Thinking racchiude tutte queste tecniche, ed è stata la Californiana IDEO a fare sintesi definendone un metodo, un approccio al pensiero innovativo attraverso un framework da applicare a svariati campi della progettazione e nel business: Ideare un nuovo prodotto — Generare un’offerta per un cliente — Migliorare un processo di business — Definire i requisiti di un progetto — Individuare i requisiti fondamentali di un’applicazione — Sviluppare modalità di lavoro efficaci nei team

Perchè il Design Thinking è la lingua dell’Innovazione?

Perchè sempre più aziende adottano il design thinking per fare innovazione?
Perchè le start-up sono tra le prime a farne uso?
Probabilmente il tempo delle ‘Big Idea’ è finito, aspettiamo un nuovo Bezos, e nel frattempo la nuova società digitale ci chiede di riprogettare prodotti e servizi per renderli più usabili, più intuitivi, semplici, più vicini agli utenti.
Il Design thinking è infatti un processo principalmente Human-Centric, conoscere le loro esigenze, studiarne i comportamenti, immedesimarsi, ma anche usare la creatività per esplorare strade nuove, analizzare i dati in nostro possesso, sfruttare al massimo la tecnologia, ottimizzare i budget e velocizzare, non preoccuparsi del go to market ma guardare al go to feedback.
Spesso il problema che ci poniamo è quello di trovare una soluzione a una domanda, ma in realtà il vero problema è farsi la giusta domanda.

Human Centered Design

Per iniziare a farsi le giuste domande dobbiamo partire dagli utenti coinvolti nel processo, cosa sappiamo di loro? cosa ci serve sapere? qual è il loro contesto? quali i desideri?
Sapere per chi stiamo progettando è alla base degli sforzi per generare una nuova idea. Siamo noi ad adattarci a loro. Per questo facciamo riferimento alle Personas, archetipi di comunicazione, figure immaginarie sviluppate per identificare le caratteristiche principali degli utenti. (esempio)

Personas

ll focus sulle persone è il nostro punto di partenza. Le personas vanno monitorate nelle loro fasi d’acquisto, nelle scelte che li influenzano, nelle strade che prendono per soddisfare i propri bisogni mappando i touchpoint.

Senza dati analitici su di loro, saremmo solo persone con un’idea, un’ipotesi poco reale e discutibile. Quindi raccogliere informazioni, scoprire ed esplorare sono i primi passi del nostro viaggio per rispondere ad esigenze reali.

Framework Design Thinking

Inizia proprio da qui il metodo suggerito dalla Design Council inglese:

– Discover

Acquisire dati, formulare questionari per le interviste, monitorare vendite, ascoltare il mercato.
è sicuramente la fase più importante e spesso andando avanti si incontrano condizioni per cui è necessario tornare indietro e per arricchire di dati le personas con l’obiettivo di ricostruire gli scenari. empatia
Cerchiamo il vero problema bisogno/i, lo spacchettiamo e analizziamo tutte le fasi per orientarci nella reale definizione di questo

– Define

Il secondo punto costituisce una sorta di filtro: le informazioni vengono aggregate in base a quanto scoperto per definire con maggior accuratezza i bisogni per poi lanciarsi in ipotesi.
Qui definiamo il nostro punto di vista, scegliamo la strada, individuiamo lo strumento più adatto, il canale, la funzionalità.
Abbiamo l’obiettivo e adesso dobbiamo avvicinarci più possibile

– Develop

Qui è arrivato il momento di lasciare fluire la creatività, quantità più che qualità, brainstorming. I diversi livelli di conoscenza dei partecipanti al processo creativo fanno la differenza. Ognuno di noi può avere una sua visione — contaminatevi quindi.
Esploriamo qualsiasi idea facendoci alcuni domande:
Quali approcci alla soluzione sono seguiti da altri? Cosa possiamo fare in modo diverso? Possiamo adattare le idee di altri ambiti al nostro problema?
Amala > Cambiala > Lasciala perdere
Chiudiamo la parte divergente e passiamo alla convergente con la selezione delle idee pertinenti, lasciamo le chimere e valutiamo le proposte che rispondono ai requisiti di Fattibilità, Budget e Ready to test

prototipare può essere inteso come UI — prodotto — servizio (persone) — strategia

– Deliver

Go to feedback.
Stiamo testando la nostra idea, sono i nostri utenti a valutarla quindi dobbiamo trovare la soluzione che ci porti quanto prima ad avere il loro feedback.
Inutile perdere tempo in soluzioni che hanno il go to feedback difficile, non abbiamo budget per tenere in vita il prodotto tutto questo tempo. Se non va dobbiamo saperlo subito per rivedere la progettazione e modificare di conseguenza, e ri-testare all’infinito.